Tremerà

«DICONO CHE TREMERA’»
Ho più volte sentito ultimamente questo oscuro presagio dalle bocche degli anziani che abitano le campagne. Scrutano il cielo, si asciugano il sudore tra le rughe della fronte e mesti ripetono: «Che belle giornate! Che caldo! Dicono che tremerà».
Che ci sia sole da mesi e che in autunno in quest’angolo lucano a tratti islandese si possa andare ancora a maniche corte sembra un evento così assurdo che gli anziani si stanno già preparando al peggio, perché il caldo, il sole, le piccole gioie non possono certo durare per sempre.
Non riescono a godersi il momento, non si lasciano illudere. 
Temono già qualcosa di ignoto, che sta lì, acquattato dietro l’angolo. Sanno bene che la ruota gira, che non si può dormire sugli allori, che va mantenuta alta la guardia. 
Sanno che non si può (o deve, perché “dovere” è il loro modale preferito) confidare troppo né nel cielo né nella terra né nella sorte né nella “felicità puttana”. Qualcosa sta per arrivare. Un terremoto, chissà, proprio come quello dell’80, venuto dopo insoliti giorni di sole a crepare le case già crepate dal tempo. Ma ci sta una figurina di San Rocco su ogni caminetto, in ogni portafogli sdrucito, in ogni aletta parasole dell’auto o del Fiorino, lato guidatore. Al peggio sono pronti. Al meglio non credono. Ci hanno fatto il callo.
«Dicono che tremerà». E io li ascolto spaventata e mi si gela il sangue nelle vene. Li ascolto ripetere l’infausto presagio senza capire, chiedendomi perché preoccuparsi tanto invece di lasciarsi abbracciare dal sole, strappata con violenza alla dolce illusione di questa eterna fine dell’estate, questo autunno mite di zucche, castagne e anomale maniche corte. 
È che sono sciocca, sono giovane, sono inesperta. Non mi sono ancora abituata ai terremoti e mi faccio prendere in giro dal cielo, dalla terra, dalla sorte, dalla “felicità puttana”. Eppure, quando meno me lo aspetto, mi troverò la casa rasa al suolo. Ma magari allora sarò andata al mare, ché fa ancora caldo e non ho ancora messo da parte il costume. 


P.S. Al di là del lirismo, in caso tremi, li assumiamo tutti all’Osservatorio Nazionale Terremoti.

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