Buongiorno da CATARINA, la mia 𝒃𝒓𝒊𝒈𝒂𝒏𝒕𝒆𝒔𝒔𝒂 𝒍𝒖𝒄𝒂𝒏𝒂 !
Eccovi la mia versione rivisitata de #LaCatrina messicana, celebre personaggio del #DíaDeMuertos.
Giocando un po’ con le immagini e con i suoni, mi sono immaginata il mio personaggio del giorno dei morti: Catarina, #brigantessa lucana battagliera, donna ‘nzista che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, sempre in prima linea, capa fresca dal sangue caldo pronta a morire per un ideale. Magari era una mia ava.
Nel XIX secolo il #Messico visse un periodo di forti crisi economiche, sociali e politiche. Fu allora che numerosi illustratori e vignettisti, ironizzando sui conflitti dell’epoca, idearono i “periódicos de combate”, come El Hijo del Ahuizotle.
Uno di questi illustratori, José Guadalupe Posada, iniziò a disegnare una serie di caricature di critica sociale nei confronti delle classi più agiate. I suoi disegni avevano una caratteristica particolare: tutti i personaggi erano scheletri vestiti a festa; anche i più poveri erano rappresentati così.
La prima volta che apparve La Catrina fu nel 1873 in un’incisione di Posada dal titolo “La Calavera Garbancera”. Si trattava di una critica ai garbanceros, ovvero gli autoctoni europeizzati. La Calavera era nuda, aveva solo un cappello alla francese con piume di struzzo in testa e si prendeva gioco di quelli che imitavano i costumi europei.
Diego Rivera nel 1947 le diede l’aspetto che noi oggi conosciamo dipingendondola in “Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central” e rinominandola #LaCatrina, femminile di “Catrín” (uomo elegante). Nel Mural si trova al centro, insieme a José Guadalupe Poasada, #FridaKahlo e lo stesso Rivera. [Info da un articolo di @culturainquieta].